venerdì 5 maggio 2017

Io viaggio da sola, Maria Perosino.

Titolo: Io viaggio da sola.
Autore: Maria Perosino.
Casa Editrice: Einaudi.
Pagine: 144.

Trama: Questa è la storia di una donna la cui vita ha sterzato all'improvviso. Ma è anche molto altro. Un kit di sopravvivenza per cavarsela da sole, tra alberghi, treni, piazze deserte, amici, amori e agguati di malinconia. Una guida gioiosa, eccentrica, ricca di consigli pratici ed esistenziali: da come infilare l'intera vita in valigia a come gustarsi una città acchiappando i piaceri, le emozioni, l'altrove e se stessi. Un libro che fa bene al cuore, al cervello e a numerosi altri organi, perché mescola con naturalezza intelligenza e ironia. Queste pagine sfuggono a una semplice definizione: sono un corso di autostima, un racconto divertente, un diario involontario, un manuale intemperante. Soprattutto sono vive, effervescenti, e fanno meglio - molto meglio - di una seduta dall'analista. Fanno quello che farebbe una cara amica. Se sei giù, ti fanno venire voglia di metterti in ghingheri e uscire. Se sei incline a guardarti l'ombelico, ti fanno venire il sospetto che là fuori, in mezzo alla gente e alle cose che ancora non conosci, si giochi una parte importante della partita. Viaggiare da sole significa buttarsi con curiosità nei luoghi in cui capita di trovarsi per scelta, per lavoro, per fuga. Significa cambiare valigia («è il trolley l'invenzione che più di ogni altra, pillola anticoncezionale inclusa, ha contribuito alla liberazione delle donne»); scegliere l'albergo giusto, mangiare a un tavolo per uno senza sentirsi tristi. Anche da sole si può prendere un aperitivo sulla terrazza di un bar di Istanbul guardando il Bosforo. E dirsi che, certo, per mangiare le ostriche sarebbe meglio essere in due, ma in fondo la scelta peggiore è non mangiarle affatto. E a poco a poco, grazie alla forza dei pensieri e della scrittura, le pagine di questo libro trasmettono un'energia davvero contagiosa, ti spingono a partire anche da fermo, preoccupandoti di aprire delle porte e non di chiudere casa.

La domanda è: ne valeva la pena?
Non di viaggiare, su questo non ho dubbi, o meglio, è andata così e credo di non aver avuto una scelta.
Ma di soffrire così tanto per avere così tanto. Che per costruire esperienza fosse necessario toccare il dolore. Di attraversare il dolore per costruire vita, e quanta vita!
Ne valeva la pena? E' questa la domanda che credevo di aver infilato nel bagaglio. Cosa rispondere?
No, perché il dolore non fa bene. Il dolore fa male. E fa perdere: luoghi, persone, tempo. Sì, perché solo se si mette in conto di vivere ci capiterà di trovare qualcosa di molto bello e qualcosa di molto brutto.
Non riuscendo a trovare la risposta giusta, io ho viaggiato. E nel corso del tempo, o nel corso di questo viaggio, ho imparato dei trucchi che mi hanno aiutato ad acchiappare i piaceri che riuscivo ad acchiappare e a non scansare la paura.
Dettagli? Forse, ma se anche stare al mondo non è che un dettaglio, stare nel mondo per me è una questione di dettagli.
Buono o cattivo che sia, il risultato lo devo alla mia storia, ma so di doverlo anche a un piatto di ostriche mangiate a Parigi, ai baristi e ai giornalai delle città che frequento, a un piccolo albergo di Urbino, ai treni ad alta velocità, agli incontri casuali e a quelli non casuali. Insomma, alla vita, sia pure la vita che s'intravede dal finestrino di un treno o dalla finestra di un albergo a tre stelle senza camere con vista.
Ne valeva la pena?
Non c'è posto, nel trolley, per questa domanda.

Volevo leggere questo saggio sul viaggiare da moltissimo tempo. Ma, come ben sapete, non sono una tipa da saggistica quindi non mi andava di comprare questo piccolo libro a prezzo pieno e ho preferito aspettare l'occasione giusta che, come un treno perfettamente in orario, non ha tardato ad arrivare: ho infatti scambiato questo libro su AccioBooks (sì, ancora quel sito magnifico e malefico allo stesso tempo che ti fa ottenere libri gratuitamente, ma che incrementa in modo esponenziale la presenza di libri in casa). 

Devo ammettere che mi aspettavo qualcosa di completamente diverso. Pensavo si trattasse di un manuale di istruzioni per sole donne, invece sono stata piacevolmente sorpresa perché leggerlo è stato come chiacchierare con un'amica di lunga data.

L'autrice con il suo modo spigliato e fresco ci racconta delle sua vita, delle sue avventure e dei suoi viaggi, dispensando qua e là trucchetti e consigli ottimi per una donna che vuole viaggiare da sola.
Non conoscevo l'autrice prima di leggere questo saggio, ma questo libricino mi ha aperto il mondo di una donna libera, determinata, femminista e piena di sentimento.
Il viaggio ha sempre fatto parte della vita dell'autrice sotto molte forme: viaggio di famiglia, viaggio di coppia, viaggio di lavoro e, last but not least, viaggio "per essere". In questa ultima categoria secondo me rientrano tutti quei viaggi necessari alla propria vita, per costruirsi o ricostruirsi come essere umano. Si tratta di quei viaggi che fino a non molti anni fa alle donne erano vietati, ma che poi, con l'emancipazione femminile, sono diventati prova di una capacità emozionale e di adattamento incredibile delle donne in generale.

Leggere Maria Perosino è stato un po' come ritrovare la me che, due anni fa ormai, si accingeva a partire per l'Inghilterra per scoprire posti nuovi e scoprirsi. Moltissime sensazioni descritte, molte persone e tanti problemi li ho vissuti anch'io, li ho sperimentati e sono riuscita, in qualche modo, ad affrontarli. Avrei voluto leggere questo libro prima di partire, mi avrebbe fatto sentire più sul pezzo, in un certo senso.
Certo è che il viaggio è l'unica cosa che ci rende veramente liberi e più ricchi e chi può permettersi di viaggiare alimenta il proprio Io con esperienze ed emozioni che chi resta a casa sul divano non può nemmeno immaginare. Forse allora è meglio seguire l'esempio dell'autrice: viaggiare e diventare parte dei luoghi che visitiamo, per poter poi tornare a casa con l'essenza di quei luoghi.

Io viaggio da sola non è un libretto d'istruzioni per donne, ma è un invito a riempire il trolley e sperimentarsi. Ogni donna ha i suoi viaggi, che sono solo suoi e non sono replicabili da altre. Non resta che partire e andare alla conquista di noi stesse!

2 commenti:

  1. Ciao Anto, come sempre le tue recensioni sono come bere acqua fresca! Questo è uno di quei libri che, da sola, non avrei mai comprato (colpa della copertina, mi sa). Quindi, ovviamente, sei stata una fonte di ispirazione, meno male che ci siamo incontrate, perché la tua cultura letteraria mi rende più ricca e mi fa conoscere testi che, altrimenti e a causa di una mia certa ottusità, non avrei mai neanche considerato! ^_^

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    1. Compralo compralo! Merita..
      L'autrice ha una grandissima dote: raccontarci la sua vita seguendo la scia dei suoi viaggi e delle sue scoperte.
      Fammi sapere se lo leggerai! ;) Secondo me potresti scriverne un post interessantissimo! :*

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