lunedì 13 giugno 2016

The Lost Wife, Alyson Richman.

Titolo: The Lost Wife (Un giorno solo, tutta la vita).
Autore: Alyson Richman.
Casa Editrice: Hodder.
Pagine: 344.


Trama: Questa storia inizia a New York nel 2000, quando, alle nozze del nipote, Josef Kohn scorge tra gli invitati una donna dall'aria familiare: gli occhi azzurro ghiaccio, l’ombra di un tatuaggio sotto la manica dell’abito. Rischiando di essere scortese, le chiede di mostrargli il braccio. La certezza è lì, sulla pelle: sei numeri blu, accanto a un piccolo neo che lui non ha mai dimenticato. E allora le dice: «Lenka, sono io. Josef. Tuo marito». Perché questa storia, in realtà, inizia a Praga nel 1938, quando Lenka e Josef sono due studenti. Ebrei, si conoscono poco prima dell’occupazione nazista, si innamorano, diventano marito e moglie per lo spazio di una notte. Il giorno dopo, al momento di fuggire negli Stati Uniti, Lenka decide di restare, perché non ci sono i visti per la sua famiglia. Si separano con la promessa di ricongiungersi al più presto, ma Lenka finisce in un campo di concentramento.
In mezzo all’orrore, dipinge: l’unico modo per dare colore a ciò che è privato di luce, per dare forma a ciò che non si può descrivere. Mentre Josef, in America, si specializza in ostetricia; solo aiutare a dare la vita gli impedisce di essere trascinato a fondo dalle voci di chi non c’è più.
Quando ormai si crederanno perduti per sempre, ci sarà un nuovo inizio per entrambi. Ed entrambi impareranno che l’amore può anche essere gratitudine per chi ti ha salvato la vita, affinità tra anime alla deriva, rispetto di silenzi carichi di dolore. E di confini da non valicare, perché al di là si celano – intatti e ostinati – i ricordi di una passione assoluta, di quelle che basta un istante per accendere, ma non è sufficiente una vita per cancellare. Questa storia inizia e non ha mai fine. Come i grandi amori.


Premessa. Volevo leggere da moltissimo tempo questo romanzo perché è presente nella lista di libri da leggere per gli amanti della narrativa della Simons, in quanto è considerato tra i libri carichi di emotività ed emozione paragonabili a Il cavaliere d'inverno. Nel gruppo Facebook delle groupie della Simons, questo romanzo di Alyson Richman è super-consigliato e io non volevo farmelo scappare. Non essendo riuscita a trovare l'edizione italiana né in libreria né online, ho deciso di comprare l'edizione inglese con copertina morbida, praticamente un tascabile. Perciò io l'ho letto in lingua, ma, per chi non è pratico di inglese e rimarrà incuriosito dopo aver letto la recensione, esiste anche l'edizione italiana.

Ho preso in prestito la quarta di copertina dell'edizione italiana, uscita per Piemme Edizioni, per indicarvi la trama e, credo, dica tutto quello che si può dire senza spoilerare troppo. Sì perché il libro è molto bello, ma la trama è semplice, quindi aggiungere qualcosa sarebbe come svelare prima del tempo un piccolo tassello del puzzle. Quindi ho pensato di riassumervi il romanzo in un modo un pizzico diverso. Spero che l'idea vi piaccia.
"May I see your arm?" he said again. "Please." This time his voice sounded almost desperate.
She was now staring at him, her eyes now locked to his. As if in a trance, she pushed up her sleeve. There on her forearm, next to a small brown birthmark, were six tattooed numbers.
"Do you remember me now?" he asked, trembling.
She looked at him again, as if giving weight and bone to a ghost.
"Lenka, it's me," he said. "Josef. Your husband." (Prologo)
Da questo "Josef. Tuo marito" parte un lunghissimo e profondo sguardo che spinge i due protagonisti a rivivere completamente la loro vita. Come in un film, Josef e Lenka si vedono scorrere davanti agli occhi tutti i loro giorni: quelli belli, come il giorno del loro matrimonio; e quelli brutti, come la partenza, l'internamento, le morti. In un susseguirsi incalzante di brevi capitoli, i due rivivono la loro vita, i loro affetti, il loro primo amore, in una storia lunga sessant'anni. 
He is about to apologize, to say that he must be mistaken. That for years he thought he has seen her face in the subway, the bus, in a woman on line in the grocery. Now he fears he has finally lost is sanity.
She pulls down her sleeve and looks directly into his eyes. She studies him as a painter might study a canvas that she had long abandoned. In her mind, she colors his white hair black, and traces the arch of his brow.
"I am sorry," she finally says with a shaking voice and tears in her eyes. "I have not been called Lenka in nearly sixty years." She is covering her mouth, and underneath a fan of white fingers, she whispers his name: "Josef."
He is trembling. She is once again before him, a ghost who has miraculously come to life. A love that has been returned to him in his old age. Unable to speak, he lifts his hand and covers hers with his. (Epilogo)
Il romanzo è molto coinvolgente. La storia europea dalla fine degli anni '30 in poi fa da sfondo a questo amore breve, ma mai dimenticato. Il quadro storico è curato e ben descritto, ma è la vicenda personale di Josef e Lenka che tiene incollato il Lettore alle pagine. 
In fondo all'edizione inglese sono riportate alcune domande per la discussione post-lettura. Leggendole mi sono messa a pensare a quale sia il vero messaggio del libro, dove volesse arrivare l'autrice scrivendo questa storia, e via dicendo.
Penso che il tema centrale del libro sia l'amore, ma non solo la storia d'amore tra Josef e Lenka, ma anche l'amore riconoscente verso chi ti salva, l'amore per la famiglia, l'amore per chi ti lascia i tuoi spazi ed i tuoi fantasmi, ovvero l'amore nella sua declinazione più ampia. La vicenda di Josef e Lenka è costellata da amore passionale, profondo e, se vogliamo, ingenuo, visto che si tratta del primo amore, quello che non si può dimenticare mai. La vita di Josef dopo Lenka è caratterizzata da un amore riconoscente verso Amalia, la sua seconda moglie conosciuta in America, anche lei anima vuota e sola dopo la Seconda Guerra Mondiale; Amalia non ha mai chiesto a Josef dei suoi fantasmi, come lui non le ha mai chiesto dei suoi. Il loro è un amore confortante, un porto sicuro dove non serve dare spiegazioni e risposte. La vita di Lenka dopo Josef, invece, è costellata di sofferenza, perdite e privazioni, prima di conoscere Carl, soldato americano che si innamora di quegli occhi azzurro ghiaccio e si prende cura di quell'anima distrutta e sanguinante. L'amore di Lenka per Carl è un amore riconoscente e grato per averla afferrata sull'orlo di quel baratro che la stava inghiottendo. E poi c'è l'amore per la famiglia, quello che spinge Lenka a restare a Praga invece di scappare con Josef, perché, si sa, i legami di sangue sono qualcosa di più forte anche dell'amore passionale.
Il tema secondario del romanzo è l'arte e l'uso dell'arte. L'autrice descrive, con minuziosa attenzione e citando personaggi realmente esistiti, i movimenti di artisti ebrei che cercavano di far arrivare al di fuori dei campi di concentramento le loro opere affinché documentassero le atrocità del tempo. 

Il libro, nella sua semplicità, è ricco di spunti di riflessione e colpi di scena. La narrativa della Richman è coinvolgente e piacevole e le pagine scorrono che è una meraviglia. Credo che il paragone con la narrativa della Simons e il suo Cavaliere non sia affatto sbagliato e credo anche che sia un libro perfetto per chi ama quel genere di storie. Lo stile della Richman è più lineare e si dilunga molto meno in descrizioni, ma la potenza della storia è la stessa. Un libro inteso ed emozionale, un libro che lascia il segno. Consigliatissimo! 

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