venerdì 26 dicembre 2014

IntervistAutore #8: Sara Zelda.

Ultimo appuntamento con "IntervistAutore" per questo 2014. Sono un pochino in ritardo con l'uscita di questa intervista, ma spero che per Sara, che conosciamo oggi, non sia un problema! Leggete cosa mi ha raccontato.

Nome, Cognome, Età .
Sara M., in arte Zelda (in omaggio alla moglie di Francis Scott Fitzgerald) , classe 1980.

Professione.
Scrittrice, blogger, casalinga. Per arrotondare insegno l’italiano a domicilio (dato che vivo in Germania).

Aspirazioni professionali.
Mi auguro di potermi dedicare alla scrittura a tempo pieno. Ho una personalità esuberante che mi rende impossibile praticare qualsiasi tipo di lavoro che non sia artistico.

Raccontaci qualcosa di te.
Sono toscana di origine ma dal gennaio 2011 vivo a Monaco di Baviera insieme a mio marito, che è un musicista. Oltre alla scrittura, e naturalmente alla lettura, le mie grandi passioni sono la musica e gli sport in genere. Passivamente seguo soprattutto il calcio: sono una grande tifosa del Bayern München e vado allo stadio ogni volta in cui riesco a trovare un biglietto. Attivamente pratico yoga, arti marziali e pattinaggio su strada e su ghiaccio. Non amo proprio stare ferma, e anche quando leggo un libro di solito passeggio per il mio salotto. La mia valvola di sfogo per eccellenza sono i concerti hardcore punk, che frequento assiduamente insieme a mio marito. 

Visto che questo è un blog che parla di libri, vorrei sapere qual è il tuo libro preferito e perché. E magari anche qual è il tuo autore preferito.
È sempre difficile scegliere un unico libro o un unico autore: come ogni scrittore ho moltissimi amori e riferimenti. Farò uno sforzo sovrumano e indicherò Il grande Gatsby per il libro e Jack Kerouac per l’autore, ma il quadro che ne esce è davvero riduttivo. In generale, sono cresciuta con l’underground americano, che resta il mio principale riferimento, ma sono passata attraverso una serie di folgorazioni che spesso si sono tramutate in amori duraturi: per esempio, in tempi recenti ho scoperto grande affinità di sentimenti con i classici russi, e di pensiero con il filone distopico/fantascientifico tradizionale (non quello alla Hunger games, per capirci, sebbene non disdegni del tutto neppure queste interessanti derive contemporanee).

Oh!, qualcuno a cui piacciono i classici russi come a me. Tutti mi dicono che sono pazza, che i russi sono pesanti e noiosi. Qual è il romanzo o racconto russo che più ti appartiene?
Sono indecisa tra due romanzi di Dostoevskij, I Demoni e L'idiota, che possono essere visti come due facce della stessa medaglia. Di fatto, io li vedo così, ed è per questo che li considero altrettanto rappresentativi della mia personalità. Sono i libri più emozionanti che ho letto negli ultimi due anni, e li sento così strettamente legati non solo alla mia storia ma a quella dell'intera Europa odierna che non ho potuto fare a meno di citarli anche ne I Dissidenti.

Quando è nata la tua passione per la scrittura? E da dove pensi sia scaturita?
Immagino sia nata insieme a me. Ho sempre avuto un’immaginazione ingombrante, e l’esigenza di creare. Naturalmente non ho potuto esercitarla finché non ho imparato a scrivere, ma per fortuna l’ho fatto molto presto, grazie a una scolarizzazione precoce e soprattutto all’educazione di mia madre, una donna estremamente colta che mi ha insegnato ad apprezzare e valorizzare il mio cervello prima di qualsiasi altra cosa.

Da quando scrivi in modo regolare e, permettimi il termine, serio?
Solamente da un paio di anni. Prima ho avuto molte difficoltà a perseguire questa strada, ma soprattutto non avevo ancora trovato la giusta fiducia in me stessa. In questo senso devo tutto a mio marito, che ha creduto in me fin dal principio e mi ha messo in condizione di dedicarmi quasi interamente a quello che spero diventerà presto un vero e proprio mestiere.

Quanti lavori hai portato a termine? Ti va di elencarli e raccontarci qualcosa di essi?
Al momento solo due. Sono estremamente esigente nei confronti delle mie opere e le cesello con cura prima di pubblicarle. Nel 2013, grazie alle insistenze di una carissima amica e collega, Angela C.Ryan, e ai preziosi consigli della stessa e di Patrisha Mar, ho preso il coraggio per pubblicare una raccolta di vecchi racconti e altro materiale che va sotto il nome di Cronache dalla fine del mondo. Si tratta per lo più di un felice connubio tra esperimenti stilistici e riflessioni filosofiche vomitate di getto in un periodo molto complicato della mia vita, ma il valore potenzialmente universale di quegli scritti li rende forse addirittura migliori di altri lavori su cui sono tornata molte volte, nel desiderio di renderli perfetti.
Lo scorso novembre ha invece visto la luce il mio romanzo I Dissidenti, la cui idea di base si è generata ben sette anni fa, ma a cui ho cominciato seriamente a lavorare solo nel corso del 2012. Si tratta di un’opera fortemente sperimentale, in cui il genere fantasy serve a tracciare un’allegoria della società contemporanea. Ambientato nell'Italia di un ipotetico presente alternativo, il romanzo immagina un mondo in cui la musica pop sia al centro della vita pubblica. L’intera storia recente del nostro paese è stata pertanto riscritta come in un video musicale di MTV. La televisione, su cui la mia generazione è letteralmente cresciuta, è onnipresente, soprattutto negli incubi dei protagonisti.

Da dove ti è venuta l'idea di riscrivere la storia dell'Italia come in un video di MTV? E' una riscrittura molto originale!
L'impatto che la musica pop ha avuto sulla mia generazione è stato fortissimo, forse più di qualsiasi altra cosa. Tutti i ricordi dei miei conoscenti sono legati a una lunga serie di canzoni e credo di poter affermare con una certa sicurezza che un buon cinquanta per cento di ciò che siamo oggi si è formato proprio su MTV. Molti autori del Terzo millennio hanno provato a narrare il legame tra i propri contemporanei e la musica (il primo nome che mi viene in mente: Nick Hornby), ma quest'ultima restava sempre in sottofondo, senza che se ne avvertisse la reale potenza, la funzione di stimolo vitale. Io ho voluto spingermi più a fondo.

Come hai fatto a pubblicare i tuoi lavori? Ti sei affidata ad una casa editrice o hai fatto da te?
Li ho auto-pubblicati entrambi tramite Narcissus, una valida piattaforma che garantisce ampia diffusione e che, tra le altre cose, mette a disposizione degli utenti anche un servizio di editing gratuito e professionale per l’impaginazione degli E-book. L’unico punto debole è quello relativo al monitoraggio delle vendite e ai relativi pagamenti, le cui modalità potrebbero venire migliorate, ma per il resto non posso che consigliare questo mezzo a tutti gli autori indipendenti.

Quindi sei felice di aver pubblicato da sola i tuoi lavori? Tornando indietro non proveresti a cercare una casa editrice interessata al tuo lavoro?
In realtà sto già cercando una casa editrice adatta a rappresentare il mio romanzo, nonostante abbia compiuto il primo passo da sola. Purtroppo una fetta consistente del pubblico italiano è ancora stolidamente attaccata ai formati cartacei e per cercare di raggiungerla devo cedere alla stampa, quantomeno di minimi quantitativi: operazione che non mi conviene fare da sola, in quanto i costi sono proibitivi per le mie entrate di emergente. D'altronde, non mi sono presa la briga di scrivere un libro per lasciare che non venisse letto.

Infine, la fatidica domanda da lettore: e-book o libro cartaceo?
Avendo scoperto i molteplici vantaggi dell'E-reader (in termini economici, ecologici e spaziali), torno alla carta soltanto se sono costretta.

Io ringrazio di cuore Sara per essersi prestata all'intervista. Se volete maggiori informazioni, potete contattarla tramite il suo profilo Twitter

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